Le modifiche apportate, con l'incontro di Arcore, al decreto bis sulla manovra finanziaria approvato dal governo in data 13 agosto 2011.
Ma sarà davvero così? A dircelo, sarete voi, se avrete l’accortezza di commentare questi nostri articoli sull’argomento.
Nel frattempo, noi che vi teniamo costantemente aggiornati, proponiamo un breve riassunto delle principali modifiche alla manovra finanziaria di Ferragosto.
LE CONFERME
– Il taglio delle spese dei ministeri
Il taglio ai ministeri arriverà, come previsto attraverso la riduzione dei fondi FAS (Fondo per le Aree Sottoutilizzate) relativi, in particolar modo, alla banda larga (di competenza del ministero dello Sviluppo Economico) e alla prevenzione del dissesto idrogeologico (di competenza del ministero dell’Ambiente).
Questa manovra correttiva, secondo le prime stime, permetterà di incassare ben 6 miliardi di euro entro il 1° aprile 2012.
– Il taglio delle festività
Le principali festività non concordatarie (25 aprile, 2 giugno e 1° maggio in particolare) verranno spostate, nel caso in cui cadano in un giorno infrasettimanale, al lunedì o al venerdì abolendo, di fatto, qualsiasi tipo di ponte.
Non è ancora stato calcolato quanto questa decisione possa favorire economicamente lo Stato ma, ad esclusione degli operatori turistici, moltissime categorie si dicono convinte che aiuterà ad incrementare la produttività. La manovra prenderà il via ad inizio 2012.
– Il taglio delle tredicesime
La stretta sul pubblico impiego riguarderà, solo nel caso in cui la raccolta non andrà a buon fine, il taglio delle tredicesime che, dal 2012 e sino a nuovo ordine non verranno più corrisposte.
Il valore stimato di questa proposta si aggira intorno ai 4 miliardi di euro l’anno
– La tassazione delle rendite finanziarie
Le rendite finanziare, sin dal 1 gennaio 2012, subiranno un aumento dell’imposizione fiscale sino al 20%. Sono escluse dal provvedimento le rendite derivanti dai titoli di Stato e quelle relative a depositi bancari e postali (in questo caso la tassazione scende dal 27 al 20%).
Questo provvedimento vale, secondo stime prudenziali, circa 5 miliardi di euro l’anno.
– Liberalizzazione
La liberalizzazione massiccia dei servizi pubblici locali porterà nelle casse dello Stato, a partire dal 2012, circa 200 milioni di euro ogni anno.
LE NOVITÀ
– Contributo di solidarietà
La cosiddetta super-IRPEF, che avrebbe gravato per il 5% sui patrimoni eccedenti i 90.000 euro e per il 10% su quelli eccedenti i 150.000, avrebbe significato una raccolta straordinaria pari a 3,8 miliardi di euro in 3 anni. Purtroppo, però, è stata abolita definitivamente.
– Tagli agli enti locali
Anche la contrazione delle spese proposta da Tremonti è stata, soprattutto per volere della Lega Nord che continua la propria battaglia per il federalismo e l’autonomia, notevolmente ridotta. Se, infatti, nelle primarie intenzioni del ministro dell’Economia il provvedimento avrebbe potuto apportare circa 5 miliardi di euro all’anno, con le modifiche richieste dalla Lega gli introiti saranno pari a soli 2 miliardi.
– Soppressione delle Province
Tutte le Province italiane, senza alcuna eccezione, saranno cancellate da un apposito emendamento costituzionale. La recisione netta di queste entità territoriali porterà allo Stato circa 2 miliardi di euro all’anno.
– Norme antielusione
Agli enti locali, specialmente i comuni, saranno attribuiti pieni poteri nella lotta contro una misura, quella dell’elusione fiscale, che sebbene non sia illegale ruba ogni anno moltissimi miliardi alla collettività. Le manovre partiranno dal 1 gennaio 2012 ma, ad oggi, non è possibile quantificare finanziariamente la portata del provvedimento
– Riduzione dei vantaggi fiscali delle cooperative
L’applicazione della legge Caprotti, a partire dal 2012, apporterà notevoli benefici allo Stato (non ancora quantificabili) ma non ai consumatori. I prezzi delle cooperative, infatti, non saranno mai più così concorrenziali.
– 40 anni di anzianità effettivi
Sin dal 2012 non sarà più possibile riscattare gli anni di laurea o di leva militare per andare in pensione prima del previsto: per andare in pensione serviranno 40 anni effettivi di lavoro.
La manovra correttiva consentirà allo stato di raccogliere circa 1,5 miliardi di euro entro il 2014.