I Repubblicani sono riusciti a trovare due clausole secondarie, che avrebbero violato la procedura del Senato.
Come ha dichiarato Jim Manley (portavoce del leader dei Democratici al Senato, Harry Reid), all’agenzia France Press, i Repubblicani sono riusciti a trovare due clausole secondarie, che avrebbero violato la procedura del Senato, rimandando così il provvedimento di nuovo alla Camera.
Risulta quindi inutile la firma del presidente Obama a un ordine esecutivo per fare in modo che il denaro pubblico non venga utilizzato per finanziare gli aborti nel nuovo sistema sanitario americano.
Ricordiamo che il decreto presidenziale era una condizione richiesta da un gruppo di democratici anti aborto, con a capo Bart Stupak, che fino a domenica scorsa minacciavano di non votare per la legge di riforma sanitaria.
Stupak e soci pretendevano un cambiamento alla Camera del linguaggio del testo approvato dal Senato alla fine dell`anno scorso, considerato troppo permissivo in tema di aborto.
Secondo gli antiabortisti la strategia del governo ha comunque come unico impatto quello di riaffermare alcune restrizioni sul finanziamento all’aborto volontario già in vigore. Stupak ovviamente pensa il contrario, ma i parlamentari democratici in favore dell’aborto non si sono opposti all’ordine esecutivo, affermando che non farà molta differenza.