Dopo il primo, vago accenno da parte di
Silvio Berlusconi durante la conferenza-stampa di fine anno, è ora il ministro del Welfare
Maurizio Sacconi a prendere seriamente in mano l’ipotesi dell’introduzione della settimana corta, come già in Germania sta facendo il
governo Merkel.
In sostanza, essa costituirebbe un’alternativa alle tradizionali metodologie di applicazione della cassa integrazione. Normalmente, infatti, l’impresa in crisi che accede a tale agevolazione mantiene sul posto di lavoro solo una parte dei lavoratori mentre la parte restante, che rimane a casa, gode per il periodo considerato del trattamento di integrazione salariale, pari ad una percentuale del normale stipendio, che a seconda dei casi è a carico del datore di lavoro oppure dello Stato.