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Il Presidente della Repubblica ha detto che intende verificare gli effetti di questo ddl, che accorcia i tempi della prescrizione per gli incensurati e che passerà ora all’esame del Senato.
Il Presidente della Repubblica ha detto che intende verificare gli effetti di questo ddl, che accorcia i tempi della prescrizione per gli incensurati e che passerà ora all’esame del Senato.
Così dopo le proteste di opposizione, magistratura, avvocatura, familiari delle vittime delle stragi, ora arriva anche un’altra bocciatura per la prescrizione breve, tanto voluta da Berlusconi.
Di fatto questo testo riduce i tempi della prescrizione per gli incensurati non ancora colpiti da una sentenza di primo grado.
Come dichiarato da Fabrizio Cicchitto, il Pdl non ha paura di imboscate. Il presidente dei deputati ammette che nella vita non si può mai dire, ma secondo lui questa volta ci sono tutti i termini per un voto positivo da parte della maggioranza.
Anche ieri ci sono stati scontri ed insulti, con il presidente della Camera Gianfranco Fini colpito in testa da un giornale lanciato da un deputato del Pdl e Alfano che ha lanciato la tessera per il voto verso l’opposizione, oltre alle offese arrivate alla deputata del Pd Ileana Argentin, disabile.
La norma non viene applicata ai procedimenti nei quali è già stata pronunciata sentenza di primo grado.
La modifica più importante apportata al testo riguarda l’articolo 5, che prevede ora l’obbligo da parte dei capi dell’ufficio giudiziario, di segnalare al ministro della Giustizia e al procuratore generale della Cassazione il magistrato che non ha concluso il processo nei tempi stabiliti dalla legge.
Inoltre con le nuove modifiche al testo, vengono modificati i tempi di prescrizione e viene fatta una differenziazione fra incensurati e recidivi.
Nello specifico ovviamente si parla dei processi che vedono coinvolto il premier Silvio Berlusoni, ai quali “sarà presente”, come detto sempre ieri dal legale e parlamentare Pdl Niccolò Ghedini.
Come detto da Costa non è stato presentato nessun emendamento tanto “il relatore e il governo faranno sempre in tempo a farlo”.
Berlusconi ha dichiarato che la responsabilità civile dei magistrati se sbagliano è quella che devono pagare, perché questo è il minimo richiesto in uno stato di diritto.
Bossi ha spiegato: “La gente pensa che Berlusconi sia un po’ perseguitato, quindi sarebbe d’accordo, ma per tutti i parlamentari no”.
L’idea ovviamente è venuta in mente a Silvio Berlusconi durante l’ufficio di presidenza del Pdl. Per cercare di mettere da parte le difficoltà giudiziarie legate alla sua persona, il premier nel corso della riunione dell’ufficio di presidenza del Pdl svoltasi ieri a Palazzo Grazioli ha proposto questo decreto.