Attraverso un emendamento al decreto sviluppo i senatori del PDL cercano di inserire nell’ordinamento giuridico un “quarto grado” di giudizio con effetto retroattivo che quindi possa interessare anche processi già terminati. In Italia ufficialmente i gradi di giudizio sono tre, infatti abbiamo: tribunale (1° grado) – appello (2° grado) – cassazione (3° grado).
riforma della giustizia
Tribunali e procure ridotte ed accorpate
Nel dettaglio, il decreto nella sua versione definitiva prevede la soppressione di tutte le sedi distaccate dei tribunali che sono in tutto 220.
Senato approva emendamento su uffici giudiziari
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Riforma della giustizia approvata dal Consiglio dei Ministri
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Dal momento che stiamo parlando di una riforma costituzionale, dovrà venir approvata due volte dai due rami del Parlamento.
Immunità parlamentare, il Pd è contrario
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Il Pd frena su questa possibilità, nonostante l’apertura iniziale di Luciano Violante. Come dichiarato da Pier Luigi Bersani, la posizione del partito è infatti completamente contraria. Bersani ha detto: “Noi vogliamo ribaltare l’agenda e dire che bisogna mettere all’ordine del giorno non l’immunità parlamentare ma regole, onestà, sobrietà“.
Riforma del processo penale tra le priorità
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Oltre al piano casa e al federalismo fiscale sono molti i punti che il governo Berlusconi ha toccato nel corso di questi 14 mesi.
Il governo ha agito bene nei confronti della sicurezza sia stradale che del cittadino potenziando quello che è il sistema di pattugliamento e di controllo.
Intercettazioni telefoniche indispensabili
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Il procuratore Grasso chiede che vengano mantenute attive le modalità vigenti sulle intercettazioni perchè è l’unico metodo per sconfiggere la criminalità e non solo quella organizzata. Per effettuare una intercettazione, con la nuova legge, il giudice dovrà concedere il permesso solamente dopo aver valutato gli evidenti indizzi di colpevolezza e non come è adesso grandi indizzi di reato.
Intercettazioni, via libera dalla commissione giustizia
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Il quadro del ddl lo avevamo già descritto e discusso in alcuni articoli precedenti, ma ieri si sono resi noto anche due emendamenti che potrebbero portare al carcere fino a 3 anni i giornalisti e gli editori che pubblicheranno informazioni vietate. Il giornalista e l’editore che pubblica intercettazioni destinate al macero rischia fino a 3 anni di reclusione e l’editore che pubblicherà sul proprio giornale argomenti legati alle intercettazioni rischierà una multa molto salata meglio definita come 370 mila euro mentre il giornalista che firmerà l’articolo rischia fino a 30 giorni di carcere e una multa fino a 5000 euro.
I commenti al DdL Alfano
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È lo stesso firmatario del disegno di legge a giudicare il testo adatto a “garantire rapidità ed efficienza” ai processi e a permettere la “perfetta parità fra accusa e difesa”.
Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi pone l’accento sull’unanimità dei ministri al momento di varare il DdL e rileva, tuttavia, un punto mancante della riforma “che ci sta molto a cuore”: si tratta del divieto di portare al secondo e terzo grado di giudizio l’imputato assolto in primo grado, “magari solo per puntiglio” dell’avvocato dell’accusa o “per perseverare nella giustezza della loro accusa perché pagati e in carriera per questo”.
Verso la riforma del processo penale (III)
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Ma anche lo stesso giudicato perde buona parte della sua valenza: una sentenza irrevocabile, infatti, costituirà prova utilizzabile in un altro dibattimento solamente in materie gravissime, come mafia e terrorismo.
A proposito di reati gravi: anche nell’ipotesi di rito abbreviato, la competenza sarà della corte d’assise e non più del singolo Gip.
Verso la riforma del processo penale (I)
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In realtà, si tratta solo del primo tassello: venerdì scorso il Consiglio dei Ministri ha varato un disegno di legge, contenente i punti principali della riforma, che ora il Parlamento dovrà verificare, eventuale correggere e infine approvare.
Intercettazioni solo per pene superiori ai 5 anni
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I reati che entrano quindi nell’insieme delle intercettazioni sono quelli che hanno delle pene superiori ai 5 anni, nessuna novità invece per i reati di mafia e di terrorismo. Gli ascolti telefonici, da parte delle forze dell’ordine, potranno avere una durata massima di un mese e mezzo con una proroga per altri 15 giorni.