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La sentenza in questione ha a che fare con un risarcimento per danni da stress, causati da una multa ritenuta ingiusta.
La sentenza in questione ha a che fare con un risarcimento per danni da stress, causati da una multa ritenuta ingiusta.
La sentenza della Corte di Cassazione censura questo comportamento dei medici, sostenendo la necessità di un contatto diretto con il paziente al momento della compilazione della ricetta.
La Corte di Cassazione in questa sentenza ha affrontato il tema del controllo delle strade da parte del gestore, e della sua possibilità di tenere l’autostrada in condizioni di sicurezza, visto che solitamente viene percorsa anche a velocità elevate.
In un caso del genere infatti l’impresa non perde i file originali, quindi casomai l’illecito può essere visto come rivelazione del segreto professionale.
L’ex-dipendente dell’azienda aveva chiesto la condanna dell’Inps, ed il relativo pagamento del Tfr maturato nei confronti della propria azienda divenuta insolvente.
Lo spacciatore, condannato per cessione di stupefacenti e per la morte dell’acquirente, ha presentato ricorso alla Cassazione, dopo la conferma della condanna in appello.
Il caso specifico ha assolto l’imputato dall’accusa di ingiurie, dopo che a seguito di un frontale causato da una Jaguar proveniente in contromano, il guidatore che ha subito l’incidente ha insultato pesantemente l’autore dell’incidente.
La molestia via e-mail non viene infatti ancora prevista dalla legge come reato.
Gli ermellini hanno annullato la condanna precedente, dissociandosi dalla conclusione dei giudici di merito, che avevano interpretato in maniera elastica l’articolo 660 del codice penale che individua solo nel telefono il mezzo elettronico per la molestia.
Come già descritto su MotoriLive, questa sentenza della Cassazione crea un precedente molto importante per gli automobilisti, che d’ora in poi sapranno di dover controllare per bene lo scontrino della multa dell’autovelox.
Secondo quanto stabilito dalla legge, il datore di lavoro deve mettere il sindacato in condizione di valutare preventivamente, di concordare i criteri di scelta dei lavoratori da sospendere e di verificare la possibilità di applicare o meno la rotazione.
In questo modo viene annullata l’ordinanza con cui il tribunale del riesame di Firenze aveva condannato il ricorrente che aveva parcheggiato in area pedonale con il cartellino esposto.