Prime tensioni tra Monti e Casini. Il patto stipulato nelle settimane precedenti all’inizio della campagna elettorale tra il leader dell’Udc e il premier dimissionario vacilla già adesso, ben prima del risultato elettorale e ben prima anche dell’immediato post voto. Di fatti l’alleanza, se di alleanza vera e propria è a questo punto corretto parlare, secondo molti analisti sarà chiamata alla prova più dura proprio nella formazione dell’ipotetica coalizione di governo immediatamente dopo il responso delle urne.
Lo scontro Monti-Casini: la questione delle liste
I primi contrasti tra Monti e Casini si sono esarcebati la settimana scorsa: motivo del contendere la formazione delle liste elettorali (Elezioni 2013: la campagna elettorale di Monti) e le quote di centristi e montiani da inserire. Da un lato la richiesta chiara di autonomia fatta da parte del leader dell’Udc, dall’altro l’appropriazione della maggioranza di quote all’interno delle liste da parte di Monti. Come spesso accade sono i numeri, in questo caso le percentuali, l’elemento più interessante da comprendere. L’Udc si era fermamente e pubblicamente opposto alla lista unica con Monti auspicando una ripartizione paritaria al 50% tra centristi e montiani nelle liste: la risposta del professore è stata prendere per i suoi il 60% delle quote disponibili in lista e lasciare a Casini solo il 30%. E non va dimenticato che la ripartizione delle quote in lista non è stata proporzionale alla ripartizione dei costi della campagna elettorale: Casini ha avuto il 30% delle liste e ha pagato il 35% delle spese per la campagna elettorale.
Lo scontro Monti-Casini e il voto al Senato
La partita Monti-Casini si gioca anche su un secondo livello: un livello eventuale che entrerà in gioco solo dopo il voto. Secondo gli ultimi sondaggi, sembra plausibile che nella coalizione Monti – Casini, il peso dell’Udc dovrebbe essere molto consistente al Senato. Di qui l’idea di Casini: forte di un peso specifico consistente al Senato all’interno della colazione, il leader dell’Udc vorrebbe per sé la presidenza del Senato. Ma, nella logica delle parti e come succede nei classici giochi di poteri interni alle colazioni come nel Lo sconto Monti – Pd, Casini in corsa per la presidenza di Palazzo Madama escluderebbe a priori gli uomini di Monti all’interno della coalizione da una qualsiasi poltrona di primissimo piano nel futuro governo.