Prove di confronto tv tra i candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio. Siamo a una settimana del voto a questo punto e gli attacchi frontali e la logica del tutti contro tutti è quella che determina i modi e i tempi dell’agenda politica italiana. Una logica fatta sì di attacchi, ma anche di improvvise aperture, possibili alleanze e soprattutto fatta di doppi giochi. Come, del resto, accade da sempre all’avvicinarsi di una scadenza tanto importante.
La logica del confronto in tv
Nella giornata di ieri il premier di missionario e leader di Scelta Civica Mario Monti, ha lanciato la sua proposta. Potremmo anche parlare di controproposta se valutiamo come parte della strategia elettorale del Pdl i continui attacchi di Berlusconi nei confronti di Monti. Attacchi che hanno per altro rotto l’obbligo di silenzio sui sondaggi in questa fase di campagna elettorale (leggi: Gli ultimi sondaggi elettorali prima prima del silenzio Agcom) e volti a render pubblico l’affanno elettorale di Monti. L’idea di Berlusconi è chiara: Monti è in affanno nonostante La svolta Monti, sta perdendo voti (secondo le fonti del Pdl il professore al momento è accreditato a prendere meno voti di Grillo) e cerca di giocarsi l’ultima carta dello scontro televisivo per recuperare su Pdl e Pd. Allo stesso modo Berlusconi, che sa di essere dietro a Bersani nelle proiezioni di voto, potrebbe sfruttare l’esposizione mediatica per recuperare.
Lo scontro in tv: ma chi partecipa?
L’organizzazione dell’eventuale scontro in tv comincia dai dettaglia. Si tratterebbe di farlo venerdì prossimo, di farlo a Roma, negli studi Rai della Dear oppure negli studi di SkyTg24. Ma all’organizzazione manca la materia prima: i soggetti partecipanti. I leader infatti cercano di condizionare la lista degli invitati a seconda delle proprie esigenze del momento. E in base a questa ottica accade che il premier dimissionario Mario Monti vuole un confronto televisivo a tre: vale a dire con Berlusconi e Bersani. Ma il cavaliere non intende darla vinta al professore e ha fatto trapelare la sua disponibilità ad un confronto solo a due: cioè solo con Bersani (che ritiene in vantaggio). E il leader del Pd, dal canto suo, non vuole offrire la sua visibilità solo a Berlusconi dando l’ok ad uno contro uno in tv: di qui l’intento di Bersani di far partecipare allo scontro davanti alle telecamere tutti i leader candidati coinvolgendo così anche Grillo, Giannino e Ingroia.