La giornata di consultazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è conclusa ieri nel tardo pomeriggio. Si è trattato, questa volta, di un giro di consultazioni più snello e rapido di quello di quasi un mese fa da cui Napolitano se ne uscì con il conferimento di un mandato esplorativo nella mani del leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani. Ecco, una certezza, ma una sola, ce l’abbiamo già da ieri, anzi, già da qualche giorno a dire il vero, vale a dire che questo secondo giro di consultazioni non potrà risolversi come il primo in seguito a Le dimissioni di Bersani.
Le nuove consultazioni
La velocità de Le consultazioni di Napolitano è dovuta ad una lunga serie di ragioni eterogenee negli esordi ma coincidenti negli obiettivi: da un lato si tratta di un Presidente della Repubblica adesso all’inizio del suo mandato mentre qualche settimana fa si trattava di un Napolitano in pieno semestre bianco, dall’altro la gravità del momento infonde maggiore responsabilità nella mente e nella condotta di tutti i leader di partito. Ragioni differenti dunque che portano però tutte nella stessa direzione, cioè nella formazione del nuovo governo quanto prima. In questo clima di condivisione e di appoggio trasversale al nuovo esecutivo, il nome caldissimo delle ultimissime ore è quello di Enrico Letta.
Il sostegno a Letta
Dopo quanto accaduto per l’elezione del Presidente della Repubblica dobbiamo fare ancora più attenzione del solito a fare nomi e ad azzardare previsioni, eppure, rimane da sottolineare che quello che di certo non manca a Enrico Letta è una solida base di sostegno condiviso proveniente sia dal Partito Democratico che dal Popolo della Libertà. Se da un lato è stato pubblico l’appoggio del Pd anche nella sua fazione più bersaniana, appoggio pubblico dedotto dalle parole di Fassina, dall’altro anche un esponente di rilievo del Pdl come Brunetta ha pubblicamente ammesso che i nomi fatti da Berlusconi sono stati due: Giuliano Amato e, per l’appunto, Enrico Letta.