L'ennesima storia triste figlia della crisi economica che attanaglia questo Paese si è concretizzata con un suicidio a Ragusa
Crisi, nuovo suicidio a Ragusa
L’ennesima storia triste figlia della crisi economica che attanaglia questo Paese si è concretizzata con un suicidio a Ragusa da parte di un uomo che per scongiurare il pignoramento della sua casa messa all’asta per 26 mila euro si è cosparso di benzina e si è dato fuoco. Le fiamme che circondavano l’uomo hanno coinvolto anche la moglie, la figlia e due agenti di polizia intevenuti per provare a salvarlo. Questo ennesimo e drammatico episodio di disperazione dovuta alle attuali condizioni di povertà in cui versano tantissimi italiani è avvenuto in via Brescia a Vittoria in provincia di Ragusa.
L’autore del gesto estremo
Giavanni Guarascio è il protagonista del gesto estremo di suicidio a Ragusa. 64 anni, il signor Guarascio era un muratore disoccupato al quale era stata pignorata la casa per un debito con la banca di 10.000 euro. Il debito di Gurascio con la banca risale al 2001 crescendo negli anni perchè l’uomo con moglie e due figlie di 28 e 32 anni anche loro disoccupate non era riuscito ad estinguerlo.
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La casa viene messa all’asta
Il suicidio a Ragusa è l’ennesimo atto estremo avvenuto in situazioni di disperazione sopratutto dovuta all’assenza di lavoro. La casa del signor Guarascio debitore con la banca è stata messa all’asta per solo 26 mila euro e così acquistata da un privato di Scoglitti, sempre nel Ragusano. La richiesta di Guarisci al nuovo proprietario era quella di poter restare nella sua ex abitazione pagando magari un affitto. Ma l’accordo non sarebbe andato a buon fine scatenando la furia suicida del sessantaquattrenne che preso da un raptus di rabbia si è bruciato vivo causando il ferimento non solo della sua moglie e della figlia ma anche dei due agenti intervenuti per scongiurare il gesto estremo.
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