La tornata elettorale in molti comuni all’interno del nostro Paese è da poco finita, e, come sempre accade in occasioni di tal tipo, adesso è il momento della resa dei conti. O meglio, queste sono le ore dei commenti, sono i momenti in cui si prova stilare un’analisi immediata che vuole spiegare ai cronisti e all’opinione pubblica più in generale le ragioni della vittoria o della sconfitta e al contempo si inizia a pensare alla strategia del dopo voto nella sua concezione tipica del medio e lungo periodo.
Il commento al voto
La prima considerazione da fare in seguito alle elezioni comunali è che tracciare le linee guida al livello nazionale è difficile per l’eterogeneità dei risultati. Nel senso che le principali forze politiche nazionali che hanno investito sul territorio e hanno sostenuto i propri candidati al livello locale hanno avuto risultati talmente altalenanti da non poter dare un giudizio completamente esaustivo. Quello che invece si può individuare è il grande sconfitto delle elezioni comunali dello scorso fine settimana, vale a dire il Movimento a Cinque Stelle di Beppe Grillo. Il suo risultato infatti è stato nettamente deficitario e senza dubbio molto grave soprattutto se viene confrontato con il risultato nazionale delle elezioni politiche del 24 e del 25 febbraio (leggi anche: Affluenza alle urne elezioni Comunali 2013).
La sconfitta di Grillo
Se infatti volessimo riassumere in senso stretto il significato del voto al livello comunale per il Movimento a Cinque Stelle di Beppe Grillo potremmo affidarci ai numeri senza sbagliare: a conti fatti M5S non ha vinto in nessuna grande città, non è arrivato neanche a un ballottaggio in qualche grosso comune e, facendosi due conti, ha perso tra il 50 e il 60 per cento dei voti che aveva incassato solo poco più di due mesi alle elezioni del 24 e del 25 febbraio quando Grillo rappresentò in modo obiettivo il vero elemento di rottura (e di successo) per il panorama politico del nostro Paese (leggi anche: Elezioni comunali 2013: si vota anche a Roma).