Che il nostro Paese stia pagando un prezzo altissimo in termini economici alla crisi è ormai sotto gli occhi di tutti. E che, lo stiano facendo ormai sempre più famiglie e sempre da più tempo è altrettanto palese. C’è però da dire anche un’altra cosa: se affermazioni del genere adesso non fanno più notizia a noi non sembra giusto, perché riteniamo un’annotazione assolutamente degna di nota anche, purtroppo, solo l’ennesimo aggiornamento al ribasso di una stima di crescita o anche l’ennesimo report negativo che testimoni un andamento sempre più depresso di un determinato settore dell’economia del nostro Paese.
I numeri di Confcommercio
Ed è proprio in questa ottica che non possiamo far passare sotto silenzio i dati più recenti in materia di crisi economica in Italia che sono stati registrati e pubblicati pochissimi giorni fa da uno studio di Confcommercio. L’indicatore di Confcommercio, infatti, segna un indice nuovamente negativo per quanto concerne l’andamento dei consumi all’interno dei nostri confini nazionali che hanno fatto segnare lo scorso mese una flessione di quasi il 4 per cento (-3,9% per la precisione). Il dato sui consumi segna dunque una flessione di solo lo 0,1% su base mensile ma si tratta pur sempre di un dato che, aggregato insieme con le rilevazioni dei primi tre mesi dell’anno, porta ad una misurazione complessiva di – 4,4% (leggi anche: Il rapporto di Confindustria sul manifatturiero).
Tutti i settori
Proviamo quindi a tracciare le fila del discorso: la flessione dei consumi si aprile su base mensile è stata molto ridotta, ma, se sommiamo il dato con quelli dei primi tre mesi, ci accorgiamo che la flessione dei primi quattro mesi del 2013 è pari al 4,4%. Per renderci conto possiamo confrontare questo dato con l’andamento dei consumi nel primo quadrimestre del 2013 quando il calo registrato si attestò sul 3,3%. Inoltre, i dati di aprile testimoniano che siamo alla variazione negativa mensile numero 17 negli ultimi 20 mesi e che la flessione dei consumi inizia a coinvolgere settori precedentemente assolutamente impermeabili come anche quello delle telecomunicazioni e della telefonia (leggi anche: I dati sulla disoccupazione in Italia).