Non si fermano gli scontri in Brasile tra manifestanti e polizia, ormai siamo di fronte ad una protesta di massa che interessa molte città brasiliane.
Non si fermano gli scontri in Brasile tra manifestanti e polizia, ormai siamo di fronte ad una protesta di massa che interessa molte città brasiliane. Dopo dieci giorni di manifestazioni si conta già la prima vittima, che secondo la polizia sarebbe stata investita da un’auto. L’incidente è accaduto durante dei violenti scontri a Ribeirao Preto a 330 km da San Paolo.
Ma i manifestanti, della ormai definta Primavera Tropicale” non si arrestano e anzi fanno registrare quasi un milione di partecipanti che si è riversato in strada quasi tutte le principali città: solo Rio de Janeiro ha visto sfilare per le sue strade 300 mila persone. Invece a Brasilia si sono avuti gli scontri più violenti tanto da far decidere la premier Dilma Rouseff di rinviare la sua visita in Giappone e convocare per quest’oggi un vertice di gabinetto con i ministri a lei più vicini per affrontare la crisi istituzionale che sta vivendo oggi il Brasile.
A Brasilia gli scontri più violenti
L’enorme Esplanada dos Ministerios nella Capitale del Brasile è stata occupata da circa 30 mila manifestanti che minacciavano di salire sul tetto del congresso. Per impedire ciò la polizia ha formato un cordone intervenendo di forza e impedendo ai manifestanti di poter raggiungere il palazzo presidenziale. Mentre è stata distrutta una vetrata all’ingresso del ministero degli Esteri che era il simbolo della città ideata dall’architetto Oscar Niemeyer. Gli scontri si sono susseguiti per ore a colpi di pietre e bottiglie a cui la polizia ha risposto con un fitto lancio di lacrimogeni e ripetute cariche. Il Partito dei Lavoratori i cui rapprensentati sono la Rousseff e lo stesso predecessore Luiz Inacio da Silva detto Lula, si è comunque schierato dalla parte dei manifestanti.