Buone notizie per quanto riguarda il presidente del Consiglio Enrico Letta, il nostro governo di unità nazionale e, in senso lato, per quanto riguarda il nostro Paese. Si tratta di buone notizie che provengono dall’Unione Europea, precisamente da una comunicazione della Commissione Europea e che riguardano la nostra politica economica a breve e a medio termine essendo quella della Commissione Europea una vera e propria autorizzazione a procedere in un modo più permissivo che si potrebbe rivelare assai utile alla situazione economica del nostro Paese che al momento rimane sempre preoccupante.
Il tweet di Letta
Ma, come nostra buona abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e cominciamo dall’analisi dei fatti prima di avviarci ai commenti. La notizia è arrivata agli organi di stampa italiani in modo anomalo, diciamo fortemente informale che, casomai non facesse parte di una qualche strategia di comunicazione studiata a tavolino per chissà quale obiettivo da raggiungere, sarebbe solo una fedele testimonianza della bontà della notizia e degli sviluppi positivi per il nostro governo. Ci stiamo riferendo in pratica al tweet con cui il presidente del Consiglio Enrico Letta ha comunicato il successo dell’Italia nello strappare l’ok alla Commissione Europea (leggi anche: La Croazia in Europa).
L’apertura di Barroso
Il successo non è però solo italiano in quanto l’apertura di Barroso è indirizzato non direttamente la nostro Paese quanto piuttosto a tutti gli Stati Membri che hanno i conti in ordine, vale a dire quei Paesei che all’interno dell’Unione Europea non fanno più parte della procedura di deficit eccessivo. E, tra questi, ci siamo noi. Il beneficio consiste nell’autorizzazione da parte della Commissione Europea a procedere con una maggiore flessibilità di bilancio per quanto riguarda il 2014. E la conseguenza pratica di una tale apertura si legge in una possibile maggiore disinvoltura negli investimenti produttivi con ipotetiche conseguenze molto positive per rilanciare la crescita all’interno del nostro Paese (leggi anche: Saccomanni: ridurre la spesa pubblica).