Bufera politica su Roberto Calderoli e in generale sulla Lega Nord in seguito alle esternazioni dell’ex ministro per la Semplificazione e oggi vicepresidente del Senato della Repubblica. Le parole di Calderoli, pesantissime in senso assoluto senza voler noi cedere alla tentazione del giudizio di valore, sono state rivolte al ministro Cécile Kyenge che, di fatto, è stato paragonato ad un orango. Ovvio il riferimento razzista di per sé deprecabile, ma ancor più grave non tanto perché rivolto ad un ministro della Repubblica ma in quanto proveniente dal nostro vicepresidente del Senato.
Il discorso di Calderoli
L’intervento di oggi dell’ex ministro Calderoli potrebbe essere diviso in due parti: mentre nella prima non sono formalmente contenuti insulti né tanto meno epiteti razzisti, nella seconda l’autorevole esponente della Lega Nord perde la bussola. Quindi, in un primo momento critica aspramente la figura della Kyenge sostenendo con fin troppa disinvoltura che la sua stessa presenza all’interno del governo incoraggia i clandestini in quanto “è lei a far sognare l’America a tanti clandestini”. Nella seconda parte del suo intervento, poi, si scade nell’ignoranza e nella banalità più bieche con Calderoni che propone l’associazione Kyenge – orango. Figlia del più puro stereotipo razzista (leggi anche: Scontri violenti in Egitto).
La storia di Calderoli
Provando a fare un rapido excursus sulla figura professionale dell’attuale vicepresidente del Senato Roberto Calderoli, a conti fatti, sono più le esternazioni disinvolte che le leggi o gli atti di governo di una certa rilevanza che sono legate a doppio filo al suo nome. E, provando a stemperare la gravità dell’accaduto con una battuta, potremmo dire che Calderoli è stato abbastanza ecumenico nell’ambito delle sue infelici uscite a gamba tesa essendosi rivolto in maniera bene o male assai ingiuriosa nel corso degli ultimi anni sia al Vaticano, che all’Islam che ad altre esternazioni varie in tema di immigrazione (leggi anche: Letta: Province e debiti PA).