Ieri sera è arrivato un nuovo messaggio del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A conti fatti si tratta di un messaggio abbastanza asciutto e che non si presta né alla logica della dietrologia né ad un esercizio di interpretazioni molto spinto o sofisticato perché, una volta ancora, il Capo dello Stato ha espresso il suo pensiero senza troppe lungaggini né giri di parole. Ha espulso il politichese di rito dal proprio eloquio e si è indirizzato verso un registro molto diretto e facile comprensione e veloce attecchimento. Del resto si tratta della prima volta che Napolitano prende la parola in seguito alla conferma della condanna in Cassazione per l’ex premier Silvio Berlusconi (leggi anche: La condanna di Berlusconi).
Ipotesi sul governo
Ma, come è nostra abitudine consolidata ormai da lungo tempo, procediamo con ordine e iniziamo a sintetizzare le parole del nostro Presidente della repubblica. I temi trattati sono stati bene o male pochi e vanno dai rischi insiti in una crisi di governo, per altro sarebbe una crisi al buoi fino al gioco al massacro che vorrebbe pilotare uno scioglimento delle Camere anticipato in modo da staccare la spina al governo di unità nazionale presieduto dal presidente del Consiglio Enrico Letta. Napolitano ha sottolineato il suo disappunto verso tali giochi di potere e il suo fermo rifiuto a farsi tirare dentro a tali logiche: per il Quirinale infatti lo scioglimento delle Camere rimane propria esclusiva pertinenza ed è una evenienza da evitare (leggi anche: Lele Mora racconta le cene a casa Berlusconi).
Grazie e logiche di partito
Napolitano ha anche affrontato tematiche differenti tutte con la medesima fermezza: ha per esempio preso una posizione netta contro tutte quelle forme di minaccia nei confronti del funzionamento stesso delle istituzioni democratiche come le ipotetiche dimissioni di massa ventilate dai parlamentari del Popolo della Libertà nei momenti immediatamente successivi alla condanna di Berlusconi. Ha anche consigliato l’interruzione immediata di tutti i giochi di potere che possono intercorrere tra i partiti e valere come prova di forza e ha ribadito in ultimo la sua assoluta libertà di scelta in merito alla questione della grazia a Berlusconi.