La Caritas ha messo in luce che i poveri nel nostro paese non sono pochi ma sono cambiati. In pratica se prima erano soprattutto divorziati, separati e anziani, adesso cresce la sacca di povertà tra i giovani di età compresa tra 18 e 34 anni e cresce il numero dei poveri stranieri. Il rapporto della Caritas sui nuovi poveri italiani parla chiaro: c’è un 3% in più di poveri giovani under35 che per sopravvivere se ne vanno all’estero. Qualora decidano di restare in Italia bisogna dire loro che vivono senz’altro meglio al Sud.
Il rapporto della Caritas è stato spulciato anche dal Governo che ha deciso d’intervenire in maniera organica sul problema. Lo ha spiegato in un comunicato importante il Ministro del Lavoro Poletti:
Ma l’impegno per dare un aiuto alle persone in condizioni di difficoltà è già stato avviato. Dal 2 settembre è infatti stato esteso a tutto il territorio nazionale il SIA, Sostegno per l’inclusione attiva, una ‘misura ponte’ di cui potranno beneficiare le famiglie in condizioni economiche disagiate con almeno un componente minore, oppure con un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza. I 750 milioni disponibili ci consentiranno di dare un aiuto a circa 200mila nuclei familiari, ovvero a quasi 1 milione di persone, metà delle quali minori. È importante sottolineare che, in linea con la ‘filosofia’ che ispira il Piano nazionale, il SIA prevede, accanto al sostegno monetario, un patto per l’inclusione attiva, che abbiamo finanziato con circa 500 milioni destinati al rafforzamento dei servizi territoriali: il nucleo familiare che lo richiede deve infatti aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali dei Comuni, in rete con gli altri servizi del territorio (centri per l’impiego, servizi sanitari, scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunità.