Scatta il piano di Renzi per riprendersi il posto da primo ministro, e lo fa con un documento, firmato da 35 parlamentari a lui fedeli
Scatta il piano di Renzi per riprendersi il posto da primo ministro, e lo fa con un documento, firmato da 35 parlamentari a lui fedeli, per rigettare l’imposizione di nuove tasse, e spingere così il PD all’assemblea e quindi alle elezioni, che lo vedrebbero, ad oggi, vincitore. C’è tempo fino alla prossima settimana per trovare altre firme a quel documento che parte con i “successi fiscali” del governo Renzi e chiude con il no a nuove accise su tabacchi e benzina. Nonostante le smentite, la mano di Renzi in questo documento è evidente. Il governo Gentiloni è infatti la copia del suo governo appena dimesso, e sembra quantomeno sospetto un documento di contestazione per la manovrina supplementare orinata da Bruxelles, anche se l’ex premier aveva più volte manifestato una certa insofferenza verso la rigidità della UE. Il documento però, non sembra aver scaldato più di tanto la corsa al congresso, ma Renzi sicuramente punterà alla sua popolarità, più che ad alleanze politiche interne, sempre comunque necessarie, per raggiungere il suo obbiettivo. L’intenzione, dopo il documento, è infatti quella di dimettersi da segretario del partito, e far così partire la macchina della nomina, per riprendersi la poltrona da una situazione ancora più forte, e puntare così di nuovo a palazzo Chigi.