Un discorso che segna un cambiamento sostanziale nella politica USA, soprattutto estera, dopo l'interventismo di Barack Obama.
Ieri era uno dei giorni più attesi dai mercati e dai governi, il giorno del primo discorso ufficiale di Trump al Congresso degli Stati Uniti. Un discorso che segna un cambiamento sostanziale nella politica USA, soprattutto estera, dopo l’interventismo di Barack Obama. E l’esordio del neo presidente è proprio in questo senza: “Il mio ruolo non è quello di rappresentare il mondo, ma gli Stati Uniti” – ha dichiarato Trump, ribadendo così il suo “America First”. Nel discorso anche gli appelli all’unità, per quella che è stata una delle presidenziali più divise della storia americana.
Ribadisce la costruzione del muro al confine con il Messico, ma anche l’intenzione di provare nuove alleanze per combattere il terrorismo. Sul fronte interno, continua la campagna per cancellare la riforma sanitaria di Obama, controversa e così lontana dai canoni europei di sanità pubblica. Poi l’immigrazione, con una proposta per una nuova legge che inasprisca gli accessi alla manodopera poco qualificata, e una riforma della scuola che includa le fasce più deboli, e che dia più scelta alle famiglie.
Sul fronte economico, quello più atteso dai mercati, ecco l’annuncio per le nuove infrastrutture, addirittura per 1000 miliardi di dollari, per rilanciare l’economia. Una sorta di nuovo New Deal per un nuovo “Roosvelt”, con la protezione dagli accordi commerciali come il Nafta, che a suo dire hanno distrutto il 25% dell’occupazione americana.