La legge per salvare i piccoli borghi italiani, quelli con meno di 5000 abitanti, approvata all’unanimità dalla Camera dei Deputati, prosegue il suo iter, che si presuppone molto facile visti i favori che ha incontrato questo provvedimento più che necessario per il tessuto sociale del nostro paese. Domani la legge approderà in Senato e entro la settimana dovrebbe passare anche il test dei senatori, dopo un anno di attesa nel passaggio tra i due rami del parlamento, e dopo aver atteso molto anche alla Camera.
La legge insomma, non sembra essere a rischio per la fine della legislatura, e finalmente i piccoli borghi potranno sfruttare il fondo da 100 milioni, da qui al 2023, per superare i vincoli di stabilità e attuare delle politiche economiche di riqualifica e ripopolamento, assolutamente necessarie per non perdere un patrimonio, non solo italiano.
Sono 5.585 i comuni interessati dal salvataggio da un’estinzione inevitabile, senza dei provvedimenti ad hoc. I fondi potranno essere spesi per la banca larga, per il dissesto idrogeologico e per la riqualificazione sia alberghiera che immobiliare, per restituire a questi piccoli paesi le abitazioni abbandonate, ed intervenire su quegli edifici pubblici, come scuole e case cantoniere dismesse, indispensabili per la ripresa economica. Interessate anche le vie di comunicazione, le riqualificazioni ambientali e le energie rinnovabili, ma anche la promozione dell’enogastronomia e dell’agricoltura locale.