La legge elettorale arriva al voto finale tra mille polemiche, con le opposizioni sul piede di guerra per la fiducia posta dal governo. Una votazione senza precedenti, per una legge che dovrebbe essere condivisa da tutti, e invece si trova a fare i conti con le solite alleanze, che portano il risultato ad essere solo espressione della maggioranza. Intendiamoci, è vero che la politica si fa con gli accordi, ma la legge elettorale è, e doveva essere un’altra cosa, almeno la legge elettorale.
E invece il governo ha posto la fiducia, per non rischiare di fallire anche questa volta su una legge che non trova pace.
Italicum, Mattarellum, sistema tedesco variato, un altro Rosatellum bocciato, sono tante le leggi elettorali passate per Montecitorio negli ultimi decenni, dopo la Prima Repubblica, tanto bistrattata per i suoi continui ribaltoni, ma che invece aveva regalato più stabilità di quella che le legislazioni successive promettevano di dare.
Oggi si gioca la partita definitiva, con il voto segreto richiesto da quelle opposizioni fortemente critiche, che sperano così di aumentare il numero dei franchi tiratori. Facendo i conti, i contrari non hanno nessuna speranza. La maggioranza raggiunge il 70%, con 441 voti, tra Pd, Fora Italia, Area popolare, Lega e gli altri. Contrari Mdp, Fratelli d’Italia, Cinque Stelle, Sinistra italiana e Alternativa libera, che totalizzano 164 voti. Più che franchi tiratori, servirebbero i cannoni.