Siamo alla vigilia di un voto non vincolante all’Onu, ma importante per scoprire i nervi sulla questione di Gerusalemme, tanto che l’ambasciatrice degli Stati Uniti Nikki Haley mostra i muscoli, con un tweet, per ribadire la posizione americana. Posizione contraria a tutte quelle degli alleati, per non parlare dei paesi non filo-atlantici.
La mozione contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello stato di Israele che si terrà all’Assemblea Generale dell’Onu aprirà inevitabilmente una frattura tra gli Stati Uniti e l’Europa, ma non solo. La tensione che una simile prospettiva aprirà in Medio Oriente non piace a nessun partner, e sembra che gli USA non si rendano conto delle possibili conseguenze.
Ma l’ambasciatrice americana, per tutta risposta, ha pubblicato un tweet di minaccia per gli alleati, scrivendo letteralmente che gli USA “prenderanno i nomi” di chi voterà contro Gerusalemme capitale.
Si sa che gli USA hanno poca dimestichezza al colloquio con gli alleati, soprattutto sotto la presidenza Trump, ma poche volte si erano trovati così isolati di fronte ad una loro decisione. Già al voto in Consiglio di Sicurezza erano totalmente soli contro 14 membri, ma lì il diritto di veto aveva salvato formalmente la scelta di Trump. Ora, seppur con un voto non vincolante, l’isolamento politico sulla questione sarà evidente. Domani gli alleati voteranno non solo contro la decisione USA, ma anche per denunciare che stavolta, il rischio di nuovo Intifada, è tutto di responsabilità americana.