Con l’ipotesi dell’approvazione dello ius soli che sembra ormai definitivamente tramontata, il presidente della Repubblica sarebbe pronto a firmare lo scioglimento delle Camere, forse anche domani. L’approvazione della contestata legge sulla cittadinanza ai figli degli immigrati era l’unico ostacolo alle nuove elezioni, ma visto che non riuscirà a sostenere un passaggio veloce, sarà rimandata alla prossima legislatura. Tutti ormai sembrano concordi nell’andare alle urne e già domani il Consiglio dei ministri potrebbe emanare il decreto per la tornata elettorale da tenersi il 4 marzo. A nulla sono valsi gli appelli di quelle forze politiche favorevoli alla cittadinanza per i figli degli immigrati. Il Colle, pur essendo favorevole, non ha potuto far altro che essere realista e passare oltre.
Domani il presidente parlerà con i presidenti di Camera e Senato per ufficializzare l’iter già nel pomeriggio, così come la presidenza del Consiglio. Il 4 marzo sembra la data su cui tutti vertono, in modo da non far presentare le dimissioni a Gentiloni che potrà così agire fino a fine mandato, senza dover ricorrere all’amministrazione ordinaria, che paralizzerebbe scelte delicate per più di due mesi.
Poi saranno elezioni, dai risultati ancora incerti e per molti versi politicamente “pericolose”. Il capo dello Stato si augura di vedere una maggioranza stabile, dopo il voto, ma nulla è garantito.