Il PD non trova pace e continuano le liti in vista delle candidature del 12 dicembre. La situazione è tesa, per un partito che sta andando allo sfascio, dopo la forza del passato. Elettori e base sono sempre più rari, e la direzione sta cercando la via per salvare il partito, senza fare la fine di Forza Italia, ormai partito minore che si regge solo sulle finanze del suo fondatore.
Le nuove tensioni
Ora la tensioni è sulle candidature alla leadership. “cercasi leader credibile”, verrebbe da dire, visto che Renzi si è sfilato dalla lista, dopo la batosta del referendum e delle ultime elezioni, che hanno sostanzialmente bocciato la sua politica.
La tensione è alta soprattutto perché il partito rischia di sparire nella galassia dei partiti minori.
E Nicola Zingaretti è chiaro su questo punto: “Spero che qualcuno non abbia deciso di distruggere il Pd, giocando a un gioco macabro”.
Ad accendere la miccia è stato Marco Minniti, infastidito dai renziani, molto defilati e poco interessati. Sembra che Renzi voglia formare un movimento tutto suo, che cambierebbe tutto, con l’ex ministro dell’Interno che potrebbe farsi da parte. I due si sono parlati al telefono, ma finora non ci sono stati chiarimenti su eventuali scissioni e progetti.
Poi lo sfogo di Minniti, a cui ha replicato l’ex segretario: “Minniti irritato? Come sapete non mi occupo del congresso Pd”.