È ancora polemica, nel Governo, sulla Tav, dopo l’analisi costi benefici che boccia l’opera e alimenta anche le tensioni con la Ue e la Francia. E dal parlamento Europeo arriva l’attacco del leader dell’Alde, Verhofstadt, al premier italiano Conte. Parole pesanti, all’indirizzo del Presidente del Consiglio, definito un burattino della maggioranza.
L’analisi della polemica
Dopo la valutazione sulla Tav, è iniziata la polemica tra le due parti della maggioranza. I 5stelle sono da sempre contrari all’opera, mentre Salvini è favorevole. Il capo della Commissione Ponti, rifiuta qualsiasi ideologizzazione della valutazione.
Ci sono degli errori, secondo Ponti, dovuti alle tecniche di analisi, ma nessun indirizzo politico alla valutazione, che parla di 7/8 miliardi di perdite. Ponti è comunque esplicito, sui difetti dell’analisi, che manca delle valutazioni sulla marginalità, o meno, dell’opera, o sul saggio di sconto.
Da valutare poi l’impatto futuro, e lo sviluppo dei traffici da qui ai prossimi decenni.
Insomma, l’opera divide, soprattutto perché dal suo stop sarebbe difficile tornare indietro e recuperare il Gap, nel caso la Tav europea (questa non è l’unica tratta) risultasse decisiva, un domani, per lo sviluppo del commercio.
Il dilemma resta. l’opera potrebbe essere effettivamente inutile. Ma potrebbe invece rivelarsi il mezzo di esportazione più efficace per le merci. La responsabilità del Governo, nella scelta, è altissima in ogni caso.