Prosegue l’opera di riavvicinamento dell’Italia all’industria energetica nucleare. Intervenendo in un forum organizzato da..
Puntando l’indice contro l’eccessiva dipendenza dall’estero, e in particolare dai Paesi dell’ex blocco sovietico, ma anche contro gli eccessivi costi dell’energia, Scajola ha precisato che nei piani del Governo si arriverà a regime ad un mix di fonti ognuna delle quali con i suoi pro e i suoi contro.
In particolare, l’Italia di domani dovrebbe contare per il 50% dai combustibili fossili, per il 25% dalle fonti rinnovabili e per il restante 25% dall’energia nucleare.
L’idea di Scajola è di arrivare entro il 2013 alla posa della prima pietra.
I passi da seguire per arrivare all’obiettivo dichiarato saranno nell’ordine: una forte campagna di comunicazione per convincere l’opinione pubblica dell’utilità del progetto (i sondaggi dimostrano che la maggioranza degli italiani, come già nel referendum del 1987, sono contrari all’impiego dell’atomo); l’individuazione dei siti, equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale; l’avvio delle gare d’appalto per la costruzione.
Il Governo pensa di compensare i Comuni che saranno prescelti con misure agevolative (ancora da definire) per superare la prevedibile ostilità delle popolazioni locali.
Al momento non è ancora noto se le industrie nucleari saranno totalmente in mano pubblica o è prevista una compartecipazione privata, né è chiaro quale soluzione sarà data al problema di gran lunga più spinoso, ossia la collocazione delle scorie di lavorazione, altamente radioattive.
Il ricordo della rivolta popolare, pacifica ma tenacissima e infine vittoriosa, di Scanzano Jonico nel 2003 fa capire quanto questo nodo risulterà estremamente difficile da sciogliere.