Non c'è il reato di furto nel caso di copia di file di dati riservati sulla clientela di un'impresa.
In un caso del genere infatti l’impresa non perde i file originali, quindi casomai l’illecito può essere visto come rivelazione del segreto professionale.
Il caso è sorto perchè un impiegato di un’azienda poco prima di dare le dimissioni, aveva copiato da un collega sul proprio computer alcuni dati e offerte commerciali, oltre a dati riservati presi dal server centrale.
L’uomo poi era passato ad una nuova azienda, diventandone co-amministratore e sfruttando i dati rilevati alla sua ex-azienda.
I giudici hanno stabilito che la copia dei file non può essere considerata furto perchè i file non vengono persi da chi li possiede e non possono essere ritenuti compresi nel concetto di cosa mobile.
E’ stata anche esclusa la possibilità di contestare il reato di accesso abusivo a un sistema informatico con password aziendale per finalità estranee alle ragioni istituzionali.
L’entrare in possesso di notizie del genere però può essere visto come rivelazione di segreto professionale o di segreto industriale, cioè un illecito che consiste anche nell’usare il segreto professionale, proprio come in questo caso, a proprio vantaggio.