Pensione a 65 anni per le donne nel pubblico impiego

di Redazione Commenta

Secondo le ultime notizie, donne che sono impiegate nel pubblico impiego, dopo il 2010, andranno gradualmente in pensione a 65 anni, fino ad arrivare al 2018 con un aumento di un anno per ogni biennio successivo al 2012.

Secondo le ultime notizie, donne che sono impiegate nel pubblico impiego, dopo il 2010, andranno gradualmente in pensione a 65 anni, fino ad arrivare al 2018 con un aumento di un anno per ogni biennio successivo al 2012.
Questo secondo la proposta di Governo presentata alla Commissione Europea, sull’elevazione dell’età pensionabile per le impiegate nelle amministrazioni pubbliche.

Questa legge quindi sostituirebbe dal primo gennaio 2010 la legge 335 dell’8 agosto 1995 (articolo 2, comma 21), ma in sintesi cosa cambia?



COSA CAMBIA
A partire dal 1 gennaio del 2010 le donne lavoratrici che risultano essere iscritte alle forme esclusive dell’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti, avranno aumentato di un anno il requisito di età per il conseguimento del trattamento pensionistico di vecchiaia.
Tale età aumenterà di un anno nel 2012 e di un anno ancora nel biennio successivo, fino al compimento dei 65 anni di età.
Invece le donne lavoratrici che hanno maturato i requisiti di età e di anzianità contributiva previsti dalla normativa vigente, entro il 31 dicembre 2009, possono fare richiesta all’ente a cui appartengono, la certificazione di tale diritto.
Quindi questo vuol dire che dal 2012 il requisito anagrafico di 60 anni per l’accesso alla pensione viene incrementato di un anno ogni due fino ad arrivare al compimento dei 65 anni d’età.

Questo è ciò che è compreso nel testo della Manovra Finanziaria proposta dal ministro Tremonti, ma che sembra essere smentita dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi proprio in queste ore.