Non ha ottenuto molta attenzione da parte degli organi di stampa, ma una delle modifiche parlamentari al decreto..
Si tratta dei commi dal quinto all’ottavo dell’articolo 16-bis della legge di conversione (Legge 2/2009), che afferma testualmente che “ai cittadini che ne fanno richiesta è attribuita una casella di posta elettronica certificata”.
Entro il mese di aprile un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri stabilirà le caratteristiche tecniche e le modalità di rilascio di questo servizio, che dovrebbe essere del tutto gratuito per gli italiani e a carico del bilancio dello Stato. Il riferimento ai “cittadini”, comunque, fa presumere l’esclusione dal beneficio non solo per le persone fisiche senza passaporto italiano ma anche per tutti gli enti privati di ogni genere, incluse le società.
La stessa norma prevede l’attribuzione di una casella di posta elettronica certificata ad ogni ente pubblico, ed essa diverrà l’unico strumento di comunicazione fra gli enti stessi.
Poiché la posta elettronica certificata consente di attribuire con ragionevole certezza l’identificazione di mittente e destinatario, le comunicazioni tramite questo strumento telematico avanzato hanno la stessa valenza legale dell’ordinaria raccomandata postale, che anzi dovrebbe cadere rapidamente in disuso negli anni a venire.
Possiamo perciò immaginare che chi si avvarrà di questo servizio troverà in futuro gli avvisi di ogni genere provenienti dagli enti pubblici non più nella cassetta postale bensì sul suo computer.
La misura rientra nel più ampio e complesso quadro delle misure adottate dai vari governi negli ultimi anni per ridurre l’impiego della carta e favorire la migrazione verso una diffusa digitalizzazione dei servizi pubblici.