Sistema elettorale maggioritario

di Gianni Puglisi Commenta

Il sistema elettorale di tipo maggioritario spiegato in modo semplice ed immediato.

Con l’espressione sistema elettorale si designa tutto quell’insieme di leggi, norme, regolamenti che fanno si che, in una democrazia rappresentativa, ogni elettore possa esprimere, tramite un solo voto, le proprie preferenze politiche e che queste possano trasformarsi in seggi.

La questione, in realtà, è molto più complicata di quanto si possa comunemente credere giacché investe formule matematiche per la determinazione del sistema di votazione e l’attribuzione dei seggi anche molto complicate.

Noi comunque, ci occuperemo soltanto delle tre principali formule elettorali (formule maggioritarie, formule proporzionali e sistemi misti) cominciando ad interessarci proprio del sistema maggioritario.


SISTEMA MAGGIORITARIO

Un sistema di questo tipo, il più antico mai elaborato e le cui tracce si intravedono già nel mondo classico, è basato su un semplice assioma che afferma come il candidato, la coalizione o il partito che ottenga la maggioranza, relativa o assoluta che sia a seconda degli specifici casi, debba necessariamente ottenere la maggioranza assoluta dei seggi.

Il sistema maggioritario, inoltre, può distinguersi a seconda che i collegi elettorali siano plurinominali, come avviene nell’ambito del Collegio Unico Nazionale dell’attuale legge elettorale italiana, oppure ancora che siano uninominali, come avviene, per esempio, in Gran Bretagna, USA, Francia e Australia.

Se il primo caso non prevede alcun tipo di problematica, più interessante risulta l’analisi del sistema maggioritario uninominale nel quale, dovendo ogni collegio prevedere l’elezione di un singolo candidato (e in considerazione del fatto che l’elettorato spesso si frammenti determinando l’impossibilità che il candidato ottenga i prerequisiti stabili) le cose si fanno certamente più attraenti e degne di nota.

Per capirlo analizziamo le principali forme che può assumere il sistema maggioritario uninominale.

SISTEMA MAGGIORITARIO UNINOMINALE A UN TURNO O UNINOMINALE SECCO

Definito dal gergo giornalistico come plurality e diffuso soprattutto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti d’America, prevede l’elezione del candidato che abbia ottenuto la maggioranza relativa dei voti o, per meglio chiarire il concetto alla base di uno dei sistemi più vecchi del mondo, l’elezione del candidato che abbia ottenuto il maggior numero di preferenze senz’alcun tipo di scaglioni o di soglie di ingresso.

Un sistema di codesto tipo, sebbene sia facilissimo da applicare e sebbene la trasformazione in seggi dei voto degli elettori sia immediata e non presenti alcuna difficoltà, è stato nel corso degli anni giudicato per alcune sue proprie caratteristiche che limiterebbero la rappresentatività dovuta a qualsiasi cittadino o a qualsiasi partito.

Le principali critiche rivolte al sistema uninominale secco riguardano:

– l’eccessiva ed anomale rappresentatività dedicata ai partiti più grandi (più importanti numericamente parlando) a scapito dei partiti medio-piccoli

– la possibilità che la creazione di accordi di desistenza ad hoc distorca i reali rapporti di potere tra i partiti spingendo le elezioni in una determinata direzione piuttosto che in un’altra

– la possibilità che l’elettore rinunci al proprio voto (inteso come espressione di una preferenza) in favore di un voto utile o strategico all’elezione di una coalizione che abbia più possibilità di vittoria

SISTEMA MAGGIORITARIO UNINOMINALE A DOPPIO TURNO O UNINOMINALE ALLA FRANCESE

Definito anche come majority e diffuso soprattutto in Francia e nell’Italia dei primi del Novecento, prevede l’elezione del candidato che abbia ottenuto almeno la maggioranza assoluta delle preferenze (50% +1).

Poiché quest’evenienza è molto difficile che si verifichi al primo turno, giacché solitamente l’elettorato tende a seguire il proprio istinto e, dunque, a frammentarsi votando il proprio candidato preferito, è stata stabilita l’istituzione di un secondo turno che può configurarsi, o meno, come ballottaggio.

Nel caso in cui il secondo turno sia un vero e proprio ballottaggio verranno ammessi alla seconda tornata elettorale soltanto i due candidati che abbiano ottenuto il maggior numero di preferenze al primo turno.

Esiste, però, la possibilità che non si agisca in codesto modo. Nella Francia contemporanea, infatti, vengono ammessi al secondo turno tutti i candidati in grado di superare, al primo turno, la soglia percentuale d’ingresso alla seconda votazione (se questa soglia, per esempio, fosse stata fissata per legge al 10%, accederanno al secondo turno tutti i candidati che avranno ottenuto almeno il 10% delle preferenze).

SISTEMA MAGGIORITARIO UNINOMINALE ALTERNATIVO CON MAGGIORANZA ASSOLUTA

Può considerarsi la versione a turno unico del sistema uninominale alla francese. In questo caso, come nell’altro, la maggioranza richiesta al candidato affinché possa venir eletto deve obbligatoriamente essere assoluta ma, nel caso in cui ciò non avvenga al primo turno non sarà richiesto all’elettore di recarsi nuovamente alle urne.

Durante il primo turno, infatti, egli non avrà indicato il candidato preferito ma, in una lunga lista di candidati, avrà segnalato, in ordine decrescente d’importanza, tutti i propri candidati preferiti.

A questo punto sarà compito degli scrutatori redistribuire le schede di modo che il candidato che alla fine verrà eletto sia presente nelle preferenze (magari non come prima o seconda scelta) di ogni elettore (non è infatti possibile che il candidato che abbia ottenuto nessuna o pochissime preferenze venga eletto).