Dopo aver perso la maggioranza assoluta alla Camera Silvio Berlusconi si dice pronto a dimettersi dopo il varo della Legge di Stabilità
L’intero “sistema azienda” portato avanti da quel lontano 1994, alla resa dei conti, ha mostrato tutte le sue crepe, i suoi limiti.
Quello che ci apprestiamo ad archiviare è il modello culturale che fin dagli anni ’80 ha imperversato, a partire dalle frequenze della cosiddetta TV “commerciale”
il modello della Milano “da bere”, il modello che vedeva come centro di gravità permanete l’imprenditore, l’uomo che si era “fatto da solo” e che negli anni ’90 era “sceso in campo” per mettersi al servizio del paese.
Che piaccia o no, stiamo assistendo al tramonto del Berlusconismo.
Per dirla proprio tutta, che il berlusconismo fosse al tramonto si era capito da un bel po’, ma il Cavaliere, il cui potere di persuasione è noto a tutti, è riuscito a trascinare per mesi questa agonia. Cosa accadrà adesso?
Intanto dovrà presentare in Parlamento la Legge di Stabilità e il maxi-emendamento che l’Europa ha richiesto. Quello che accadrà in seguito resta un incognita.
I fedelissimi ed irriducibili sostenitori sono pronti a giurare che dopo di lui “il diluvio”. Ma nelle fila del PdL sono in tanti pronti a puntare sul “delfino” Angelino Alfano, che lo stesso Cavaliere ha indicato come suo naturale successore. Ma Alfano, privato del potere carismatico del grande capo, sarà in grado di reggere le sorti del PdL? Oppure, una volta fuori dalla scena l’uomo simbolo del partito, potrebbe prevalere il desiderio di “discontinuità”? E soprattutto, una volta fuori dai giochi Berlusconi, come si assesterà l’asse con la Lega?
Non dimentichiamo infatti che anche all’interno della Lega si lavora alla successione di Umberto Bossi, l’alleato più fedele del Cavaliere in questi anni, che comunque, inevitabilmente, prima o poi dovrà lasciare il timone.
Che sia Governo Tecnico (o “di transizione”) o che si vada alle urne, nelle prossime settimane assisteremo probabilmente al dispiegarsi di un nuovo “panorama” politico.