Gli usurai dei tempi moderni sono amici e colleghi, colletti bianchi solitamente incensurati.
E’ il caso, quanto mai eclatante poiché rappresentativo di un realtà impossibile da individuare nonché da sradicare, di Gavino Marongiu, arrestato a novembre 2011, che avrebbe deciso di investire i 55.000 euro del proprio Trattamento di Fine Rapporto non già per la costruzione personalizzata di una pensione integrativa o di un fondo di risparmi per i figli o nipoti, bensì per l’avviamento della propria attività di strozzinaggio che, per troppo tempo, avrebbe tranquillamente svolto, con il plauso delle vittime che ad esso si riferivano chiamandolo “Il Benefattore“, all’interno della sede principale del ministero presso il quale avrebbe lavorato per moltissimi anni e presso il quale era conosciuto e stimato quale onesto ed integerrimo lavoratore.
► MASSIMO SCOPERTO CONTEGGIATO NEL REATO DI USURA
Ciò che emerge, chiaramente, dal resoconto della vicenda in questione, è l’impossibilità ad individuare chiaramente i colpevoli, poiché le vittime, interrogate dalle forze dell’ordine all’indomani della carcerazione, pur tra le lacrime e le sofferenze, avrebbero sempre difeso l’uomo, l’unico in grado, nonostante alla fine li abbia ridotti alla fame, di concedere loro abbastanza denaro per giungere, senza difficoltà, alla fine del mese.
Questa una delle testimonianze di una delle vittime di Marongiu: “E come posso denunciarlo? E’ un amico, e oggi le banche non ti fanno più credito. Lui ci aiuta ad arrivare alla quarta settimana del mese”.