Un valore così basso, assicurano gli analisti, da essere stato registrato, negli ultimi 30 anni, solamente agli inizi degli anni '80.
Un valore così basso, assicurano gli analisti, da essere stato registrato, negli ultimi 30 anni, solamente agli inizi degli anni ’80.
La crisi, dunque, avrebbe riportato i consumi degli italiani, calati dell’1,5% a prezzi costanti per quanto riguarderebbe gli alimentari, il tabacco e le bevande, indietro di circa 30 anni.
Nonostante la minor spesa per sigarette e simili possa venir spiegata con l’implementazione di valide campagne antifumo, non si potrebbero per questo cercare di nascondere le strutturali difficoltà del consumatore italiano che mostrerebbe una decisa riduzione degli sprechi a favore dell’acquisto dei più importanti e fondamentali beni di prima necessità.
Colpa della recessione italiana, sicuramente, ma anche della disoccupazione, delle manovre correttive dei conti pubblici e dell’aumento del costo della benzina che, più di altri beni, starebbe catalizzando le finanze delle famiglie degli italiani.