A venir contestata sarebbe l'abolizione dell'Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori o, per meglio dire, la pesante riscrittura della succitata normativa
A venir contestata, in particolare, sarebbe l’abolizione dell’Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori o, per meglio dire, la pesante riscrittura della succitata normativa, così come sarebbe stata proposta dall’attuale esecutivo, che renderebbe modi e tempi della tutela dei lavoratori italiani maggiormente aderenti agli esempi europei da noi recentemente analizzati in un articolo intitolato “Articolo 18 nel resto d’Europa“.
Sebbene sia la CISL (Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori) di Raffaele Bonnani che la UIL (Unione Italiana Lavoratori) di Luigi Angeletti, abbiamo grandemente approvato i passi compiuto dal Governo Monti in direzione dei lavoratori italiani, la CGIL avrebbe definito improponibile ed impensabile l’approvazione di una riforma del mercato del lavoro che darebbe incommensurabili poteri alla classe dirigenziale a scapito della classe operaia.
Da codesta convinzione, dunque, nascerebbero le succitate 16 ore di sciopero 8 delle quali, come annunciato in giornata da Susanna Camusso, si configureranno come un vero e proprio sciopero generale e nazionale, coinvolgente tutte le categorie professionali, il cui unico scopo sarebbe quello di paralizzare l’Italia per un’intera giornata lavorativa.