Il problema più drammatico sono le crisi aziendali, le aziende che chiudono, i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro. Bisogna puntare soprattutto a nuovi investimenti.
Giorgio Napolitano, parlando a margine della celebrazione commemorativa della tragica vicenda dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine, avrebbe ribadito come il Colle, pur con le dovute e necessarie cautele, derivanti più dal ruolo istituzionale del quale sarebbe investivo piuttosto che dalla convinzione dell’efficacia delle misure approntate dal Governo Monti, approvi e sostenga la riforma del lavoro poiché: “il problema più drammatico sono le crisi aziendali, le aziende che chiudono, i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro non attraverso l’articolo 18 ma per il crollo di determinate attività produttive. Bisogna puntare soprattutto a nuovi investimenti, nuovi sviluppi e nuove iniziative in cui possano trovare sbocco soprattutto i giovani”.
Il problema, secondo il Capo dello Stato, sarebbe quello di individuare nuovi strumenti di investimento, anche eventualmente mediante l’abolizione dell’art. 18, così da creare nuovi posti di lavoro e scongiurare la possibilità che altri licenziamenti possano seguire agli oltre 800.000 registratisi negli ultimi 3 anni di crisi economica.
Interessante, a tal proposito, l’opinione di Susanna Camusso che, in questa video-intervista de La Repubblica, dichiari come le istituzioni italiane, compreso dunque il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, abbiano e stiano ancora sottovalutando l’opinione della crisi economica-finanziaria.