Non bastano queste parole per descrivere una donna che della vicenda italiana è stata, soprattutto nel bene, una delle più attive e ferventi protagoniste.
► LA CORRUZIONE ITALIANA VISTA DALL’EUROPA
Non bastano queste parole, ne probabilmente tutte quelle spese dai giornali in questi giorni, per descrivere, o meglio categorizzare, una donna che della vicenda italiana è stata, soprattutto nel bene, una delle più attive e ferventi protagoniste.
Miriam Mafai, nell’accorata elegia dell’amico e collega, ma soprattutto compagno (di una sinistra che, purtroppo, in Italia ha mostrato troppo di frequente la propria peggiore versione), Alfredo Reichlin (pubblicata oggi su L’Unità), viene descritta anche, e soprattutto, come una donna, o meglio ragazza, estremamente libera nonché coerentemente, strenuamente, impegnata nella difesa delle proprie convinzioni politiche che, ne oggi ne allora, sarebbe in alcun modo possibile cercare di costringere all’interno di una qualsiasi definizione.
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Ragazza, soventemente accompagnata dall’aggettivo “rossa”, sarebbe il termine con il quale tutti i più importanti giornalisti italiani avrebbero deciso di riferirsi a Miriam Maffai che evidentemente, nel ricordo di tutti, avrebbe indelebilmente inciso la proprio immagine di donna dolce ma al contempo forte.