Agenda digitale e ritardo nella banda larga

di Gianni Puglisi Commenta

L'Italia, a causa del proprio ritardo nello sviluppo della banda larga, sacrificherebbe, ogni anno, una cifra, letteralmente esorbitante, compresa tra l'1 e l'1,5% dell'intero Prodotto Interno Lordo.

Mentre il ministro delle Sviluppo Economico e delle Infrastrutture Corrado Passera rassicura gli italiani sulle buone intenzioni del Governo Monti in materia di internet, sviluppo della banda larga, agenda digitale e quant’altro, ribadendo, ancora una volta, come i primi benefici effetti dell’impegno dell’attuale esecutivo dovrebbero cominciare ad intuirsi sin da giugno 2013, l’Europa, che in questi giorni ci avrebbe bacchettato sulla scottante questione della corruzione e delle leggi dell’Unione Europea anti-corruzione non ancora ratificate dall’Italia, torna a redarguirci in merito, appunto, alla delicata situazione dell’Information and Communication Technology in Italia.

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Il commissario europeo all’agenda digitale Neelie Kroes, oggi presente a Roma in occasione del Forum della Confindustria Digitale, avrebbe snocciolato una serie di dati quanto mai inquietanti nonché indicativi del disagio che starebbe, ancora oggi, patendo l’Italia.

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Ebbene, stando a quanto dichiarato da Neelie Kroes, l’Italia, a causa del proprio ritardo nello sviluppo della banda larga, ormai presente in moltissimi luoghi d’Europa, sacrificherebbe, ogni anno, una cifra, letteralmente esorbitante, compresa tra l’1 e l’1,5% dell’intero Prodotto Interno Lordo.

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Ciò che sarebbe peggio, però, sarebbe il generale disinteresse delle istituzioni nazionali nei confronti di un settore che, entro i prossimi 3 anni, necessiterà, solamente in Europa, di oltre 700.000 professionisti altamente qualificati.

Peccato, però, che l’Italia, che tra tutti i Paesi dell’Unione Europea deterrebbe il più alto capitale umano di laureati in materie dell’Information and Communication Technology, stia letteralmente sprecando questa fondamentale risorsa.