Emendamenti partite IVA riforma del lavoro

di Gianni Puglisi Commenta

Nel caso in cui il testo licenziato in questi giorni dalla Commissione Lavoro dovesse passare l'esame di entrambe le Camere del Parlamento tutte le partite IVA potrebbero venir considerate false solamente nel caso in cui il libero professionista goda di un reddito annuo inferiore ai 17.000 - 18.000 euro lordi annui.

I lavori della Commissione Lavoro del Senato della Repubblica, che negli ultimi giorni avrebbe analizzato gli emendamenti presentati dalle più differenti forze politiche alla riforma del mercato del lavoro del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attualmente presieduto dal ministro Elsa Fornero, sarebbero terminati nella giornata di ieri e, dopo le moltissime discussioni che sul delicato argomento si sarebbero senza pose succedute sin dall’insediamento dell’attuale Governo Monti, il testo della riforma del mercato del lavoro sarebbe ogni giorno di più prossimo alla propria definitiva approvazione (complice la decisione, ormai data per scontata dagli analisti, dell’esecutivo tecnico di porre la fiducia in Parlamento in merito al su indicato provvedimento così da rispettare gli impegni che il Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti avrebbe assunto nei confronti dei propri più importanti alleati europei).

RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO

Molte, per non dire moltissime, le novità introdotte grazie ai succitati emendamenti sebbene, a nostro modo di vedere, una delle più rilevanti potrebbe a ben diritto venir considerata quella relativa alla riduzione della stretta sulle false partite IVA.

RIFORMA DEL WELFARE 2012

Nel caso in cui, dunque, il testo licenziato in questi giorni dalla Commissione Lavoro dovesse passare l’esame di entrambe le Camere del Parlamento tutte le partite IVA potrebbero venir considerate false solamente nel caso in cui il libero professionista goda di un reddito annuo inferiore ai 17.000 – 18.000 euro lordi annui.

RIFORMA DEL LAVORO SFATA IL MITO DELL’ARTICOLO 18

Inoltre, allo scopo di individuare i molti contratti di lavoro subordinato mascherati da false partite IVA, sarà discriminante la definizione di monocommittenza.

Oltre a non dover svolgere le proprie mansioni sul luogo di lavoro, come già ampiamente previsto dal testo di legge approvato dal Governo Monti a fine marzo 2012, il libero professionista che voglia dimostrare l’autenticità della propria partita IVA non potrà collaborare con un solo ed unico committente per più di 8 mesi consecutivi ne potrà fatturargli più dell’80% delle proprie entrate.