La Corte di Cassazione, nella caotica giornata di ieri, avrebbe confermato la condanna della Corte d'Appello che obbligherebbe Alessandro Sallusti, già direttore di Libero e de Il Giornale, a scontare una pena detentiva di un anno e due mesi.
L’accusa, a nostro modo di vedere gravissima, è quella di diffamazione che, come certamente saprete, farebbe riferimento ad un articolo, pubblicato in data 18 febbraio 2007 a firma Dreyfus e intitolato “Il dramma di una tredicenne. Il giudice ordina l’aborto”, giudicato diffamatorio nei confronti del giudice di Torino Giuseppe Cocilovo.
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L’articolo oggi incriminato, che avrebbe portato all’arresto di Alessandro Sallusti e come specificato in un più di un’occasione dalla Corte di Cassazione (che, tal proposito, avrebbe nella tarda serata di ieri pubblicato una nota esplicativa delle ragioni della sentenza), avrebbe infatti contenuto informazioni errate, nonché già abbondantemente smentite sia da ben 4 differenti dispacci dell’agenzia di stampa ANSA sia dall’edizione regionale del TG3, che non sarebbero state mai ufficialmente smentite né dalla direzione del quotidiano Libero né dal redattore dell’articolo stesso.
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Alessandro Sallusti, appresa la notizia, avrebbe immediatamente rassegnato le proprie dimissioni nonché pubblicamente dichiarato di preferire la detenzione in carcere a qualsiasi altra forma detentiva (Sallusti, la cui pena sarebbe stata, ma solamente per il momento, sospesa, potrebbe infatti scegliere gli arresti domiciliari piuttosto che l’affidamento ai servizi sociali).
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