Prendendo in considerazione gli ultimi dati riguardanti i canoni di locazione e confrontandoli con quelli di un anno fa, si nota come
Gli affitti sono notoriamente una delle voci di spesa più ingenti per gli italiani, che molto spesso non posseggono una casa di proprietà e mensilmente pagano il canone di locazione.
Il mercato degli affitti è da sempre piuttosto instabile me non ha un andamento costante tempo, dando quindi poca possibilità agli statistici di effettuare previsioni a lungo termine, ma solamente in un arco temporale che solitamente non supera l’anno.
Prendendo in considerazione gli ultimi dati riguardanti i canoni di locazione e confrontandoli con quelli di un anno fa, si nota come sia avvenuto un calo dei prezzi medi, ma ancor più evidente è stato il calo dei canoni.
La situazione conosciuta come contratto di affitto low cost può essere letta come diretta conseguenza del calo della domanda a causa della crisi e del minore potere d’acquisto dei cittadini, che quindi tentano di ridurre le spese; per evitare gli sfitti, che invece hanno subito una crescita rispetto alla rilevazione dello scorso anno; tra locante e locatario, quindi, si è rilevato sia più facile trovare i compromessi per venirsi incontro.
Una conseguenza dell’alto numero di appartamenti sfitti è l’elevata tassazione imposta dallo Stato: se da una parte il proprietario di casa tende ad avere la volontà di trovare un compromesso e di abbassare il costo del canone per evitare lo sfitto, che comporta comunque delle spese, dall’altra si trova quasi impossibilitato a non poter scendere sotto una determinata soglia a causa dell’elevata tassazione a cui è sottoposto, che lo costringe a dover tenere i prezzi elevati; è quasi un circolo vizioso, che coinvolge in maniera più ampia anche il settore dell’edilizia, che ultimamente ha dovuto rallentare l’attività costruttiva per evitare una situazione di eccesso di offerta che inflazionerebbe ulteriormente il mercato.
Da una parte, però, la riduzione del 6% medio sul prezzo degli affitti rispetto allo scorso anno fa ben sperare gli operatori del mercato, che sperano questo influenzi la ripresa del mercato. Rispetto al 2011 è stato notato anche un’altra variazione importante: in un anno il tempo medio impiegato per trovare un immobile in affitto è aumentato arrivando fino a 2,7 mesi.
Gli italiani stanno riscoprendo in questi ultimi anni la locazione immobiliare: secondo alcuni studi è risultato che il popolo italico sia tra i meno propensi all’affitto, preferendo una sistemazione fissa, stabile, che dia una certa sicurezza di sedentarietà; questa caratteristica italiana è supportata anche da alcuni dati riguardanti la durata effettiva dei contratti, ovvero il tempo di permanenza dell’inquilino all’interno dell’immobile locato: la durata media è cresciuta da 22 a 27 mesi, risultando essere tra le più elevate d’Europa, anche se si riscontra un’anomalia nelle due isole maggiori, che registrano invece la permanenza più bassa, di poco superiore all’anno, e in linea con i dati europei: 16mesi.