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Alto Adige, il trionfo della destra
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Dopo aver dubitato della veridicità della stima dei partecipanti diffusa dagli organizzatori (circa due milioni e mezzo di persone), il Presidente del Consiglio ha riconosciuto la connotazione legittima e democratica dell’evento, ma ha escluso che esso possa in qualunque modo apportare delle modifiche alla linea portata avanti dal Governo nei diversi campi.
L’attenzione di Veltroni e degli altri oratori si è concentrata soprattutto sui temi caldi del momento, dalla scuola al precariato fino all’emergenza-salari. Non è mancata una frase ad effetto riportata da tutti gli organi di stampa: “L’Italia è un Paese migliore della Destra che lo governa”.
Ma la sua ultima “picconata” ha destato un notevole clamore misto a sdegno. In un’intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale, il senatore a vita avrebbe invitato (data la delicatezza dell’argomento, il condizionale è d’obbligo) il ministro degli Interni Roberto Maroni ad usare i metodi forti contro i manifestanti del settore scolastico, sia studenti che docenti.
Il premier, sostenuto da tutta la maggioranza, ha contestato duramente le voci che sono circolate in questi giorni inerenti i tagli all’organico, bollandole a tutti gli effetti come menzogne.
Berlusconi ritiene che sulla riforma Gelmini ci sia stato in parte un errore di comunicazione del Governo e in parte un’opera di mistificazione da parte dell’opposizione, dei centri sociali e dei sindacati.
Il nodo cruciale, com’è evidente, è dato dalla controversa riforma della scuola targata Mariastella Gelmini, introdotta per decreto appena poche settimane fa.
Il completo censimento dei campi, avviato nella primavera scorsa (fu uno dei primissimi atti del governo Berlusconi-quater), sta arrivando ad una fase cruciale: nonostante le durissime prese di posizione adottate dall’opposizione, da molte associazioni di volontariato e persino dalla Chiesa Cattolica, Maroni ha ugualmente proseguito lungo la strada intrapresa.
Dopo la dura presa di posizione del premier Silvio Berlusconi, è intervenuto pesantemente il commissario europeo all’Ambiente, Stavros Dimas, che si è dichiarato “allibito” dalle parole di Berlusconi.
Dimas non solo contesta nel merito le cifre fornite da Berlusconi (oneri annui pari a circa 18 miliardi di euro) ma anzi ritiene che l’Italia avrà tutto da guadagnare dal pacchetto-clima, poiché la nostra economia avrebbe margini enormi di crescita derivanti dalla riconversione energetica.
A questa contestazione risponde il governo-ombra del Partito Democratico, con la presentazione di un pacchetto di proposte coordinate da Pierluigi Bersani, tutte centrate sull’argomento dell’attuale fase di recessione economica.
Il pacchetto è stato presentato in una conferenza-stampa dallo stesso Bersani e dal segretario Walter Veltroni, e sarà inoltrato prossimamente ai colleghi della maggioranza nei prossimi giorni per una loro valutazione.
Innanzitutto, Berlusconi pone l’accento sulla gravissima e duratura crisi finanziaria dall’entità ancora incalcolabile, che già dì per sé mette in pesante difficoltà qualunque impresa, rendendola dunque ancora più impreparata a sopportare gli oneri legati alle misure contro l’emergenza climatica.
Il premier ritiene infatti che queste misure siano eccessivamente penalizzanti per le imprese europee, specie considerando che le aziende concorrenti nordamericane e asiatiche non avranno gli stessi problemi poiché i rispettivi Governi non hanno firmato il protocollo di Kyoto.
Che non fosse affatto così ci ha pensato negli ultimi giorni proprio il Governo italiano, scompaginando all’improvviso un equilibrio comunitario che sembrava raggiunto e gettando nel piatto una serie di problemi che mettono seriamente in crisi gli accordi raggiunti negli anni precedenti.