Moody's, con ogni probabilità, declasserà l'Italia.
Il 17 giugno 2011, infatti, è cominciata la revisione del rating dell’Italia e, considerando un periodo medio di 90 giorni per completare la valutazione, e salvo imprevisti, oggi dovrebbe essere la giornata buona.
Buona si fa per dire poiché, a detta di moltissimi analisti, un downgrade del Bel Paese non è soltanto possibile, come 3 mesi fa, ma addirittura scontato.
La crescita economica è ferma secondo Confindustria, infatti, che stima come il PIL del nostro Paese, nel 2012, dovrebbe crescere di una percentuale prossima allo 0. Se ciò si verificasse vorrebbe dire che non si avrebbe crescita economica per ben 2 anni consecutivi.
Il problema, però, non è tanto legato al fatto che ciò sia più o meno vero. Il vero nocciolo della questione è quello sul giudizio che danno all’estero sulla nostra economia e sulle strategie del governo per sistemare la situazione.
Stando così le cose, allora, per l’Italia potrebbe davvero non esserci speranza, visto il deteriorasi della situazione in questi 3 mesi, l’approvazione con fiducia di una manovra finanziaria frettolosa ed inadeguata, la mancanza di riforme strutturali, la penuria di investimenti e molto altro ancora.
Tra l’altro il rating italiano di Moody’s Aa2, sembra totalmente inadeguato a descrivere i tempi moderni in considerazione del fatto che Fitch e S&P hanno già provveduto ad un downgrading non molto tempo fa, che alcune importantissime e ben più solide nazioni come gli USA sono state declassate e visto e considerato che Moody’s non fa la revisione al nostro Paese ormai da moltissimo tempo.