La manovra finanziaria continua a creare dissensi anche all'interno della maggioranza.
La bufera di cui parliamo, e di cui a lungo abbiamo parlato, per esempio, presentando le obiezioni di Emma Marcegaglia (leader di Confindustria), riguarda alcuni punti di questa manovra che, a detta di moltissime esponenti politici, non potrà ottenere quanto dichiarato nelle intenzioni del legislatore.
Inoltre, questa bufera alla quale accenniamo, si è espressa in molti modi stravaganti. Uno di questi è stato quello messo in atto da alcuni esponenti dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.
Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, nonché esponente del Popolo della Libertà, ha infatti, insieme a moltissimi consiglieri e membri della giunta, riconsegnato le deleghe all’Anagrafe e allo Stato civile.
La motivazione di questo atto, che Alemanno definisce simbolico, è quella di “dimostrare le difficoltà che i Comuni dovranno fronteggiare a seguito dei tagli agli enti locali previsti con la manovra”.
Le ripercussioni sui cittadini, unitamente al cosiddetto patto di stabilità, potrebbero essere davvero importanti. Secondo Alemanno, infatti: “Rischiamo di dover abbandonare assistenza agli anziani e asili nido e se la manovra non cambia Roma capitale l’anno prossimo non potrà fare nessun investimento, neanche per mettere a posto i marciapiedi. La manovra costerà al Comune di Roma 450 milioni di euro che si uniscono ai 150 milioni che sono stati tagliati quest’anno, nel bilancio 2011”.
La manovra, quindi, incide davvero negativamente sui conti pubblici degli enti locali, quelli che dovrebbero venir maggiormente colpiti. Secondo l’ANCI, inoltre, Roma non sarà l’unica città italiana a dover restringere le spese.