Recessione dell’Italia dal 2012

di Gianni Puglisi Commenta

L'OCSE prevede quale probabile il default dell'Italia e detta i ritmi della possibile ripresa economico-finanziaria

Le questioni politico-economiche che stanno scuotendo le fondamenta dell’unione monetaria europea, per la quale si prospetta, secondo i più scettici, un futuro di disgregazione e consequenziali rinunce all’euro al fine di tornare alle ben più solide valute nazionali, riguardano noi tutti e, per tale motivo, sono da analizzare con attenzione al fine di eviscerarne ogni considerazione possibile.

PIANO TEDESCO DI USCITA DALL’EURO

A tal proposito, dunque, non risulta affatto fuori luogo parlare della relazione OCSE, ovverosia dell’economic outlook dato alle stampe dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nella giornata odierna, nel quale si afferma, tra le altre cose (come, per esempio, un generale rallentamento dell’intera eurozona e degli scambi commerciali da e verso USA e Giappone), che l’Italia, già a partire dal 2012, vivrà una duratura fase di recessione economica per la quale il PIL del Paese, piuttosto che crescere, così da consentire il pareggio di bilancio entro il 2013, decrescerà di almeno mezzo punto percentuale.

POSSIBILITÀ DI DEFAULT A CATENA

Per evitare questa disagevole situazione, che potrebbe seriamente aumentare le possibilità di default dell’Italia, l’OCSE ha suggerito differenti strade, tutte di auspicabile applicazione, tra le quali figurano:

IL MONDO SI PREPARA ALLA FINE DELL’EURO

– la riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici

– l’adeguazione degli stipendi al costo della vita regione per regione

– l’elaborazione di riforme che trasformino, strutturalmente, il mondo del lavoro così che, tra le altre cose, diventi veramente e pienamente flessibile

– l’aumento della pressione, nei confronti dei partner europei, affinché vengano approvati, nel minor tempo possibile, gli eurobond