Aumentando di un punto percentuale l’IVA si ipotizza che una persona normale spenderà al mese circa 15 euro in più ed è chiaro che questa spesa si traduce in maniera più massiccia per quelle persone disoccupate o addirittura povere, ovvero tutte quelle persone che già non pagano le tasse per mancato reddito.
Quelle persone che invece pagano l’aliquota del 23% avranno un beneficio di circa 400 euro all’anno che vanno a sottrarsi ai 180 euro dovuti all’aumento dell’IVA. Giulio Tremonti, come sappiamo, ha voluto premettere che la riforma fiscale del 2011 non si può fare quando lo stato è in deficit, ma in ogni caso secondo la sua previsione ci sarà un sistema fiscale con 5 imposte e 3 aliquote Irpef garantendo però allo Stato un elevato risparmio soprattutto eliminando gran parte delle auto blu e dei voli di Stato.
Le risorse quindi arriveranno anche da una riduzione dei costi della politica italiana. Secondo il ministro è necessario intervenire su diverse aree di settore sottolineando che in Italia è possibile dedurre dalle tasse quasi tutto e secondo lui l’ideale sarebbe aumentare la base imponibile e ridurre sensibilmente le aliquote e questo potrebbe portare a una diminuzione dell’evasione fiscale.
Oltre a questo il ministro ha aggiunto che in Italia ci sono ancora troppe persone che utilizzano un gippone per i propri spostamenti, ma prendono gli assegni famigliari dallo stato. L’impatto sulla riforma fiscale del 2011 ricade sugli anni 2013 e 2014.