Secondo Draghi l'Italia può uscire dalla crisi soltanto ricominciando a dare fiducia ai giovani.
Così si è espresso Mario Draghi nel corso del suo intervento, strategicamente intitolato “Giovani e crescita” al convegno dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà in corso di svolgimento a Spoleto per opera del pidiellino Maurizio Lupi.
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Il discorso di Mario Draghi, futuro governatore della Banca Centrale Europea, ha ripercorso le tappe intraprese dall’Italia, suo malgrado, in questi anni di crisi.
Ha quindi ricordato, per esempio, come l’Italia rappresenti la terza economia dell’area euro e, contemporaneamente, disponga del più elevato rapporto tra debito pubblico e PIL dopo la Grecia.
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Oppure ancora come l’Italia si trovi in codesta situazione poiché, dopo il crollo del 2008, è stato uno dei Paesi Occidentali con il più basso tasso di crescita.
Oppure ancora come sia stata declassata, in successione, prima da Standard&Poor’s e poi da Moody’s.
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Le ragioni di tutto ciò, in ultima analisi, sarebbero da ricercarsi in una serie di vincoli ai quali l’Italia, purtroppo, non sa rinunciare, primo di tutto quello della poca fiducia data ai giovani.
Secondo Draghi, infatti: “La bassa crescita dell’Italia negli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni di contribuire allo sviluppo economico e sociale con la loro capacità innovativa, la loro conoscenza, il loro entusiasmo”.