La rinuncia ai rimborsi della Lega Nord

di Gianni Puglisi Commenta

L'appello se rimarrà inascoltato, ed in considerazione di quanto poc'anzi affermato, potrebbe risultare veramente vano e non influire in alcun modo sulla vita politica del Paese.

Un atto puramente simbolico.

LE TRE INDAGINI CHE INCASTRANO LA LEGA NORD

Di questo, infatti, si tratterebbe e di null’altro giacché, nel caso in cui l’attuale normativa in merito ai rimborsi elettorali non venga radicalmente cambiata a favore dei cittadini, dei contribuenti e degli elettori italiani, resterà uno sporadico atto di bontà che, ne siamo sicuri, rimarrà quanto mai isolato.

LA CORRUZIONE ITALIANA VISTA DALL’EUROPA

Eppure, stando agli organi di informazione del partito, tanto sarebbe bastato, dopo le dimissioni di Renzo Bossi, la rinuncia di Umberto Bossi alla leadership naturalmente acquisita negli ultimi 20 anni e l’espulsione di Rosy Mauro, per risollevare, almeno agli occhi del popolo padano, le sorti della Lega Nord che, improvvisamente, avrebbe ricominciato a riguadagnare punti per lo meno tra i propri elettori.

PROPOSTA DI LEGGE PER RIFORMA DEI PARTITI

La drastica operazione di pulizia auspicata da Roberto Maroni, virtualmente già nuovo leader della Lega Nord, avrebbe preso, dunque, concretamente il via e la rinuncia alla quarta tranche dei rimborsi elettori, annunciata negli scorsi giorni dal capogruppo alla Camera dei Deputati Gianpaolo Dozzo, parrebbe andare proprio nella giusta direzione.

Dozzo, inoltre, avrebbe chiesto a tutti i partiti attualmente rappresentati in Parlamento, di fare lo stesso decidendo di devolvere l’ingente somma di denaro alla quale avrebbero diritto in beneficenza ed a favore di una qualsiasi ONG.

L’appello, però, se rimarrà inascoltato, ed in considerazione di quanto poc’anzi affermato, potrebbe risultare veramente vano e non influire in alcun modo sulla vita politica del Paese.