Luigi De Magistris ha annunciato ufficialmente che sarà candidato alle elezioni comunali di Napoli, con una lista civica. Le opposizioni non sembrano appoggiare questa scelta.
Luigi de Magistris, insieme ad Antonio di Pietro, aveva già annunciato che, nel caso in cui il centrosinistra non fosse riuscito a trovare un candidato “di rottura” con i “poteri forti” campani, allora avrebbe terminato in anticipo il mandato europeo per dedicarsi alla sua città: “non era mia intenzione candidarmi a Napoli, perché sto portando avanti un delicato lavoro in Europa, e a livello nazionale con il partito. Ma dopo il pantano delle primarie a Napoli, con il centrosinistra maggiormente disastrato, anche la società civile ha cominciato a spingermi perché io rappresentassi una forma di “uscita d’emergenza democratica” ”. A questo si è aggiunto il rifiuto di candidarsi del magistrato anticamorra Raffaele Cantone, candidatura caldeggiata da Saviano e appunto da de Magistris: il nuovo nome trovato dal Pd non è stato considerato, dall’europarlamentare idv, all’altezza della situazione come quello di Cantone, su cui pesava anche il veto di Andrea Orlando, commissario della provincia di Napoli del PD. Il nome proposto un paio di giorni fa dal partito democratico era quello di Mario Morcone, vertice dell’agenzia che gestisce i beni confiscati alle mafie.
La scelta era seguita al “mi faccio da parte” di Andrea Cozzolino, a sua volta conseguenza delle primarie del PD “da furfanti” ma ritenute comunque valide, avvenute a gennaio.
Sono contrastanti le posizioni dell’area del centrosinistra, dei “grillini”, della “sinistra”, e dei partiti meno noti d’opposizione. Mentre giorni fa i verdi, nelle parole del segretario Bonelli, sembravano propense ad appoggiare de Magistris, –“nel caso in cui non esce fuori un nome come quello di Cantone”– ieri invece Francesco Borrelli, commissario campano dello stesso partito, esprimeva perplessità. Pd e Sel (Sinistra e Libertà) sono contrari a questa scelta “interna all’Idv”, come la definisce il bassoliniano Cozzolino, e insistono con il nome di Morcone o con il rifare nuove primarie. De Magistris afferma che, pur stimando il direttore dell’agenzia dei beni confiscati, “non è conosciuto” come il magistrato del processo “Spartacus” contro i casalesi e ci mette “la faccia anche se ho tutto da perdere” riuscirà “a convincere Pd, Sel, federazione della sinistra e verdi” ad appoggiare la sua candidatura per una maggiore unità dell’opposizione. Beppe Grillo, il maggiore “sponsor” di De Magistris alle ultime elezioni europee, ha bocciato la decisione scrivendo sul suo blog, in un articolo in cui il pm del Vomero viene paragonato a Fassino: “Se ti candidi e vieni eletto per fare l’eurodeputato come de Magistris non puoi candidarti a sindaco di Napoli, se sei stato eletto (si fa per dire) deputato come Fassino, non puoi candidarti a sindaco di Torino (…)E’ una grande presa per i fondelli degli elettori. Un gioco delle poltrone che nulla ha a che vedere con la volontà espressa dai cittadini.”
Questo il primo punto del programma del neocandidato, una promessa ambiziosa nella “terra della monnezza”: “spezzare il legame tra spesa pubblica, affari, cricche e criminalità organizzata; libereremo economia, sviluppo, occasioni di lavoro perché tutto è collegato”. Per guadagnarsi la fiducia degli elettori bisognerà anche spiegare come si dovrebbe sconfiggere il legame tra economia, istituzioni e criminalità organizzata, anche se le promesse fatte sono chiare: “la mia candidatura sarà contro Cesaro, Cosentino e quella destra che ha la faccia della camorra” e poi ancora “il programma sarà partecipato e non calerà dell’alto”.
Paolo Maria Addabbo