La decisione del governatore di rimettere le sorti dell’Isola nelle mani dei cittadini è apparsa pressoché irrevocabile fin dall’inizio..
È peraltro da ricordare che la legislatura era comunque agli sgoccioli, e che la scadenza naturale del mandato di Soru sarebbe stata in primavera.
La decisione del governatore di rimettere le sorti dell’Isola nelle mani dei cittadini è apparsa pressoché irrevocabile fin dall’inizio: Soru aveva posto diverse condizioni ai suoi alleati perché gli riconfermassero la fiducia, sulle quali aveva ottenuto il consenso della sua maggioranza compresi i dissidenti interni al Partito Democratico, ma a quel punto il fondatore di Tiscali ha messo sul piatto un’altra richiesta: l’approvazione immediata del Piano Paesaggistico Regionale, tema su cui la maggioranza era venuta meno a novembre.
Una richiesta impossibile da soddisfare, poiché sarebbe stato necessario modificare l’ordine dei lavori dell’Aula, plausibile solo con il consenso dell’opposizione di centrodestra che ovviamente non l’ha concessa.
Si torna dunque al voto. Salvo sorprese che avrebbero del clamoroso, il centrosinistra riconfermerà il governatore uscente come suo candidato, e in quest’occasione Soru otterrà certamente di silurare dalle liste elettorali i numerosi oppositori interni, in una fase in cui il PD sardo è in una fase di grande confusione e il segretario nazionale Veltroni si appresta a disporne il commissariamento.
Nebbia fitta, invece, sul nome del candidato del centrodestra.
La crisi sembra aver colto di sorpresa il PdL, che da settimane sta valutando diversi papabili senza arrivare alle conclusioni.
La scelta finale, comunque, dovrebbe essere compiuta nei prossimi giorni da Silvio Berlusconi, che al momento appare indeciso fra il sindaco di Cagliari Emilio Floris, l’ex ministro degli Interni Giuseppe Pisanu e l’editore Sergio Zuncheddu.