Il Governo Monti, con l'Articolo 36 della manovra salva-Italia, ha cercato di porre un freno al conflitto di interessi.
Uno di questi, forse il più importante di tutti, è quello di aver cercato di dare un giro di vite al tragico problema del conflitto di interessi che, ormai da troppi anni, attanaglia il sistema capitalistico impedendo la fondamentale concorrenza tra realtà aziendali che, in altri Paesi Occidentali, l’hanno reso ricco e prospero.
► RIFORMA DEL MERCATO DEL LAVORO 2011
Secondo le ultime statistiche in merito, statistiche condotte dall’Antitrust di quell’Antonio Catricalà che oggi, in quanto sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha collaborato alla stesura del provvedimento di cui ci stiamo interessando, circa il 90% delle aziende quotate a Piazza Affari presentavano, nei propri consigli di amministrazione, nomi fin troppo ricorrenti a testimonianza della pratica, esclusivamente italiana, del cumulo di incarichi tra realtà tra loro concorrenti.
Realtà ormai insostenibile necessitava di una risoluzione definitiva o, come nel caso dell’Articolo 36 della manovra salva-Italia, di un deciso tamponamento che, per lo meno, cercasse di regolarizzare le situazioni più paradossali individuate dall’Antitrust.
Questo il testo completo dell’Articolo 36:
“E’ vietato ai titolari di cariche negli organi gestionali, di sorveglianza e di controllo e ai funzionari di vertice di imprese o gruppi di imprese operanti nei mercati del credito, assicurativi e finanziari di assumere o esercitare analoghe cariche in imprese o gruppi di imprese concorrenti”.